Lo sviluppo visivo di un bambino avviene prevalentemente nei primi 3 anni di vita e si completa a circa 8 anni; affinché questo processo avvenga con successo e il sistema visivo si formi normalmente, il bambino deve essere stimolato con immagini chiare, focalizzate, allineate correttamente e sovrapposte provenienti da entrambi gli occhi.
Può accadere che, durante lo sviluppo, il cervello non riceva stimoli visivi adeguati.
Se le immagini provenienti da un occhio sono inadeguate il cervello impara a sopprimere tale stimolo, se questa soppressione persiste nel tempo la perdita visiva potrebbe diventare permanente dando origine a quella che viene chiamata ambliopia.
La diagnosi precoce dell’ambliopia, ossia entro i 6 anni, è uno degli aspetti più importanti; più tardi si interviene e più risulta difficile recuperare l’occhio pigro. Tale difetto infatti non si può correggere con una lente; l’unica terapia è il bendaggio dell’occhio sano per lunghi periodi così che quello ‘pigro’ sia costretto a lavorare.
Per la diagnosi è indispensabile la classica misurazione della vista insieme ad un controllo della motilità oculare e ad un esame della visione stereoscopica, ossia la capacità di vedere il mondo che ci circonda in visione tridimensionale. Dopo aver eseguito una correzione dell’eventuale difetto refrattivo, una rimanente differenza di due decimi di visus tra i due occhi permette di diagnosticare la presenza di una ambliopia.
Purtroppo la diagnosi arriva spesso in età avanzata, ossia quando la situazione è ormai irreversibile. Questo perché i soggetti affetti da ambliopia sono in genere bambini troppo piccoli per riconoscere e manifestare i sintomi correlati ad essa: affaticamento oculare, mal di testa, disallineamento degli occhi, riduzione della vista, visione offuscata.
E’ importante sapere che già a tre anni, che il bambino inizia ad essere più collaborante, vi è la possibilità di valutare il rischio che l’ambliopia insorga e, per questo motivo, il momento più utile per una visita oculistica ed ortottica è tra i tre e i quattro anni. Naturalmente qualora un genitore dovesse accorgersi di qualcosa di strano negli occhi del suo bimbo (strabismo, eccessiva lacrimazione, pupilla bianca, bulbi asimmetrici) è invitato a rivolgersi al pediatra per approfondire anche prima di questa età.
Solo una diagnosi e un trattamento precoce possono evitare che una volta consolidatasi la perdita visiva e/o della visione stereoscopica, persistano per tutta la vita senza possibilità di miglioramento, con ripercussioni sulla vita lavorativa e, nei casi più gravi, anche sull’autonomia dei soggetti ambliopi.
Innanzitutto va detto che le cure a disposizione sono efficaci e il deficit visivo viene corretto in modo molto soddisfacente. Il successo delle cure richiede però che il difetto sia diagnosticato precocemente (ecco l’importanza di un ‘accurata visita oculistica ed ortottica effettuata in età pediatrica) e che le indicazioni degli specialisti vengano seguite in maniera rigorosa.
La cura dell’ambliopia si basa essenzialmente sul fatto di sollecitare l’occhio pigro ad entrare in funzione. Concretamente l’occhio sano viene bendato per stimolare l’altro a lavorare e “costringere” il cervello a impegnare solo la funzione visiva dell’occhio pigro.
Qualora alla base dell’ambliopia vi fosse un difetto visivo (miopia, ipermetropia, strabismo eccetera) ovviamente sarà necessario l’uso di lenti correttive associate al bendaggio oculare. In alcuni casi, prima di applicare il bendaggio, potrebbe essere necessario intervenire con un breve intervento chirurgico utile a riallineare l’asse visivo degli occhi, se siamo in presenza di uno strabismo, o a rimuovere un eventuale ostacolo che impedisca la visione.
Spesso i genitori si spaventano all’idea del bendaggio, del tempo che dovrà essere tenuto e come gestirlo nelle attività quotidiane. In generale possiamo dire che più grande è il deficit visivo dell’occhio pigro più impegnativo sarà il percorso di recupero. Le modalità del bendaggio, però, variano da caso a caso e dipendono dalla valutazione degli specialisti.
La casistica è varia; a seconda dei casi potremmo avere per esempio:
Certamente il trattamento, pur non essendo doloroso, può risultare difficile per il bambino che deve adattarsi al bendaggio e utilizzare l’occhio che vede peggio per svolgere le attività quotidiane; da questo punto di vista va sottolineato che la cura non deve essere interrotta prima del tempo, altrimenti si rischia che il bambino non recuperi più il difetto visivo o che addirittura perda i progressi fatti.
Il bendaggio non deve essere abbandonato da un giorno all’altro né il bambino potrà togliere subito gli occhiali; inoltre, fino ai 12-13 anni di età del bambino, è possibile che ci siano delle recidive dell’ambliopia ed è quindi importante che anche dopo la correzione del difetto visivo continuino i controlli regolari.
Tutte le fasi della terapia sono importanti e vanno affrontate con cura perché l’occhio pigro rimane comunque più debole rispetto all’altro e privandolo improvvisamente del supporto si rischia di perdere in breve tempo tutto il beneficio guadagnato.
L'occhio pigro è il modo comune per identificare la condizione medica nota come ambliopia. L’ ambliopia è la condizione in cui la visione di un occhio non si sviluppa normalmente. Nella persona con ambliopia uno dei due occhi non può vedere nitidamente come l’altro, nonostante la correzione ottica con occhiali. L'occlusione nell'occhio sano può essere utilizzata per forzare l'occhio pigro a lavorare e migliorare la vista.
L’occhio ambliope ha una visione compromessa e meno nitida rispetto all' occhio sano. La persona con ambliopia può avere problemi di percezione del contrasto, una diminuzione della profondità percettiva e della percezione della tridimensionalità.
Il trattamento più popolare per l'ambliopia consiste nel coprire l'occhio sano con un cerotto o un adesivo, per un determinato periodo di tempo ogni giorno. In questo modo, l'occhio pigro lavora di più e migliora le prestazioni visive. In generale l’aspetto più importante per risolvere l’ambliopia è la precocità della diagnosi e del trattamento.
Mettere la benda sull’occhio di un bambino è un processo delicato che richiede pazienza e attenzione. E’ importante rispettare le indicazioni avute dal medico e, in ogni caso avere cura di: lavarsi accuratamente le mani, posizionare delicatamente la benda sull’occhio sano, farla aderire ma senza stringere, monitorare la posizione nel tempo e rimuoverla quando il tempo è scaduto. Importante il dialogo col bambino che deve essere accompagnato ad accettare e vivere positivamente l’uso della benda.